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Disturbi legati all'orientamento sessuale

Quando si parla di sessualità esistono ancora delle confusioni sulla terminologia, a volte genitori mi pongono quesiti sui loro figli adolescenti e in questa sede vorrei chiarire alcuni punti.

Crescendo ognuno va formando dentro di sé l’identità sessuale che spesso coincide coi genitali forniti dal genoma ma non sempre è così. Quindi il sesso (maschio o femmina) cui ogni persona sente di appartenere rappresenta appunto la cosiddetta identità di genere. Per comunicare l’identità di genere al gruppo, ognuno utilizza un codice comportamentale (tono di voce, abiti, movenze) e questo viene definito identità di ruolo.

L’altra componente che definisce la sessualità dell’individuo è l’orientamento sessuale ossia verso chi dirigiamo i nostri desideri sessuali ed affettivi. In tale caso la scelta può ricadere su persone dello stesso sesso (omosessualità), del sesso opposto (eterosessualità), entrambi i sessi (bisessualità).

Esiste poi ovviamente il comportamento sessuale cioè quali atti si prediligono nel praticare la sessualità col proprio partner.

In questo ventaglio di variabili non sempre ci troviamo difronte a concordanza di identità sessuale, di genere e di ruolo.

Possono presentarsi condizioni quali:

  • disturbo di identità di genere: la persona sente in maniera determinante di appartenere al sesso opposto e questo ovviamente gli procura molto dolore e a volte vergogna. In questi casi possono manifestarsi transessualismo e travestitismo (quest’ ultimo può manifestarsi anche in individui che sentono di appartenere al loro sesso biologico).
  • Intersessualità: ci sono casi in cui l’individuo è dotato di conformazione dei genitali esterni o apparato riproduttivo o patrimonio cromosomico che non rientrano nelle canoniche categorie di maschio o femmina.
  • Parafilie: il comportamento sessuale prevede oggetti o situazioni che escono dalla normalità, interferiscono con la possibilità della persona di instaurare relazioni affettive stabili e possono indurre a commettere reati contro la persona o a comportamenti socialmente riprovevoli. L’individuo che ne è affetto sente la compulsione a compiere tali atti a cui spesso segue una forte vergogna. Tra le altre posso citare: utilizzo massiccio di pornografia, sessualità tramite chat (cyber sex) che va a sostituire relazioni vere, feticismo (perversione maschile in cui il piacere si può provare esclusivamente a contatto con un oggetto o parti del corpo della partner), voyerismo. Si sono due perversioni che si differenziano dalle prime per gravità in quanto prevedono la sopraffazione di un altro essere umano in condizioni di difficoltà rispetto all’aggressore: sadismo e pedofilia.

È importante intervenire a livello psicoterapico per diminuire il senso di disagio e di colpa del giovane che prova dubbi e ansie circa la propria sessualità per poter scegliere con consapevolezza, può inoltre rendersi necessario un sostegno ai familiari soprattutto quando la disforia di genere compare, come spesso accade, nell’infanzia.


Articolo a cura della dott.ssa
Alessandra Zomparelli
Psicologa e Psicoterapeuta a Brescia

Dott.ssa Alessandra Zomparelli
Psicologa e Psicoterapeuta a Brescia
Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Lombardia n. 5620 dal 17/05/2000
Laurea in Psicologia Clinica

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